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Approfondimenti

Meknes Medina, Patrimonio Mondiale dell’Unesco

La più piccola delle città imperiali

MEKNES MEDINA – PATRIMONIO DELL’UNESCO

 

Di Meknes vogliamo parlati in maniera più agile, non didascalica, più legati all’emozione di viaggio, ancorché soggettiva.

 

Non abbiamo gusti tutti uguali, ci sarà chi la trova insignificante, noi invece facciamo parte di quella schiera che torna spesso a Meknes per guardarla sempre con occhi nuovi.

LA STORIA DI MEKNES

 

Meknes, la più piccola delle città imperiali, può vantare per la sua Medina l’iscrizione dal 1996 quale Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

 

Ha visto i suoi natali con le tribù, trasformata intorno al X° secolo con gli Almoravidi, la sua crescita culmina nel corso del 1600, grazie al suo regnante, Moulay Ismail, testardo al punto da non fermarsi davanti a nulla pur di ottenere un risultato “grandioso”.

 

  • Più di 30.000 lavoratori
  • 2500 schiavi cristiani

 

per costruire palazzi, moschee (luoghi di preghiera), mederse (scuole coraniche), mura di cinta (remparts), porte monumentali (Bab), giardini, fontane …

 

In Europa veniva definito “il re sanguinario”, in quanto era lui stesso ad uccidere con le sue mani chi non rispettava le sue regole.

 

Il suo Palazzo Reale arrivava a contenere fino a 500 concubine, che hanno dato alla luce una stirpe di circa 140 figli!

 

Ebbe una vita lunga, morì all’età di 81 anni, dopo aver regnato per 57 anni … decisamente incisivo sulla vita della città.

 

CALMA: è l’unico ingrediente assolutamente necessario per godere appieno la sua bellezza

IL TERRITORIO DI MEKNES

 

Uno degli aspetti che colpisce di questa città, è il territorio che la introduce; sia che tu arrivi da Fes sia che tu arrivi da Nord, il territorio che circonda Meknes è verdissimo, ricco di coltivazioni di olive (le migliori in Marocco), uva per la produzione del vino e dai frutteti.

Un bellissimo paesaggio ne annuncia la sua presenza e i profumi intensi accompagnano l’arrivo.

Meknes paga il pegno di essere considerata una “città minore”, la si attraversa di corsa, buttando un occhio qui, un altro lì … non dovrebbe essere questo lo spirito.

Se hai tempo, prenditelo per goderti la visita di questa “perla”.

 

Devi sapere che qui a Meknes sono presenti più di 50.000 artigiani che con perizia si sono specializzati nello scolpire il legno e dipingerlo; le foreste che si trovano non distante, forniscono legni pregiati di cedro e tuia.

Soltanto a Meknes vengono eseguiti lavori di “damaschinatura” (sottile intarsio d’oro o d’argento eseguito sul ferro).

 

Queste sono già due buone ragioni per rallentare il ritmo. Chiudi un attimo gli occhi e prova a pensare quante occasioni hai nella tua città di incontrare decine e decine di artigiani … pochissime possibilità.

ORA ANDIAMO A SPASSO TRA I PUNTI PIU’ EMBLEMATICI DELLA MEDINA (LA CITTA’ VECCHIA)

 

Le strutture monumentali da visitare sono diverse, ma proviamo a concentrarci su quelle che, ragionevolmente, possiamo inserire in una nostra visita a Meknes, la “città delle porte”. Il tempo per visitare tutto non c’è mai.

Bab Mansour (dove Bab, sta per Porta, in arabo, e Mansour per “magnifica”)

 

Si comincia da qui perché è la più bella nonché la più grande Porta di accesso alla Medina e rappresenta l’Opera più grande costruita sotto il regno di Moulay Ismail.

Non è un luogo che potrai visitare; è una costruzione da ammirare, con i suoi “merletti scolpiti”, le piastrelline, le geometrie, il grande portale in legno … un capolavoro architettonico. E’ qui che tutti scattiamo una foto ricordo!

In occasione delle mostre potrai muovere qualche passo al suo interno, ma pochi passi le sue porte interne sono chiuse all’accesso da parte dei visitatori.

Place Al-Hadim

 

Proprio in fronte a Bab Mansour  troverai questa grande piazza che – vagamente – ricorda Jemaa el Fna a Marrakech.

Il suono delle trombette degli incantatori di serpenti è lo stesso. Questo è il luogo di ritrovo per gli abitanti e per i viaggiatori. In questa bella piazza, ornata da stucchi e mosaici, giocano i bimbi in tranquillità. Alle spalle della Piazza, davanti al Museo, e lungo i vicoli, i venditori del Suk dispongono la loro merce. E’ un tripudio di colori, di suoni, di voci, di litigate tra commercianti che invadono gli spazi

Superando la salita di Bab Mansour si accede ad una zona bellissima della parte antica della città, che custodisce i monumenti tra i più interessanti.

Il Mausoleo “Moulay Ismail”

 

Al momento della scrittura di questo articolo (agosto 2019) il Mausoleo è ancora in ristrutturazione.

Le guide turistiche con cui collaboriamo ci dicono che doveva riaprire nella primavera 2019, ma così non è stato e conoscere la data esatta di riapertura è impresa ardua.

 

 

 

 

Detto questo: dal momento che non è possibile per un non musulmano entrare in una Moschea marocchina (fatta eccezione per la Moschea Hassan II di Casablanca), meglio approfittare dei Mausolei che più si avvicinano al concetto architettonico della Moschea.

Questa bellissima struttura, risalente al 1700 è composta da una serie di cortili chiusi che conducono all’interno delle due sale principali: quella in cui sono contenute le tombe reali e la sala in cui Moulay Ismail riceveva i diplomatici. E’ un susseguirsi di piastrelle, marmi, fontane, e su tutto campeggia il colore ocra. Una struttura che dal punto di vista fotografico è di grande ispirazione, con i suoi giochi di luce e colori.

Prigione di Quara

 

Pochi metri più in là del Mausoleo, una struttura curiosa, la prigione di Qara:

ciò che tu vedi è la parte esterna, con in rilievo su pavimento le grate che “davano luce” alle segrete … Se hai voglia di scendere il prezzo del biglietto di ingresso è abbastanza sostenuto (60 mad), se paragonato alla durata della visita, ma questa è una valutazione che lasciamo a te.

 

Il punto di partenza della visita è un padiglione dove avvenivano le trattative sul prezzo dei pirati fatti prigionieri. Pochi metri più avanti si accede ad una scala (non adatta a chi ha problemi di deambulazione) che porta alla “prigione”. Si dice potesse contenere fino a 60.000 prigionieri. L’illuminazione è scarsa, ma al tempo non potevano contare nemmeno sulla scarsa illuminazione. Dei 7 km di sotterranei se ne visita una porzione infinitesimale. Un luogo comunque con il suo fascino.

I granai

 

Heri Souani, più conosciuti come “i Granai”, si trovano lungo le mura merlate di Meknes.

Questo grande edificio, costruito durante il regno di Moulay Ismail, poteva contenere fino a 12.000 cavalli. 23 navate composte da pilastri ed arcate, erano la riserva del grano della città; veniva inoltre conservato il sale e raccolta l’acqua che scorreva in svariati km di canali.

Il costo di ingresso ai Granai è di 70 mad.

 

Meknes - I granai

Bacino dell’Agdal

 

Proprio alle spalle dei Granai, il Bacino dell’Agdal, un’enorme piscina che funge da riserva d’acqua che ai tempi irrigava i giardini.

Oggi le coppie di innamorati e le famiglie, passeggiano lungo gli argini o siedono sulle panchine che permettono di godere del Paesaggio.

Medersa Bou Inania (Merinia)

 

Anche Meknes ha la sua scuola coranica, risalente al 14° secolo. Formata da 26 stanze che ospitavano gli studenti; è ricchissima di sculture e di zellji.

Se non sei riuscito a visitare la Medersa Ben Youssef di Marrakech (fino a fine 2018 in ristrutturazione) o la Medersa Attarine di Fes (anche quest’ultima nel 2018 ancora in ristrutturazione) approfitta per visitare questo splendido gioiello.

La Medersa (al contrario della Madrasa) è aperta esclusivamente agli studenti che scelgono di approfondire gli studi teologoci. Oggi queste strutture sono soltanto monumentali.

(Immagine dal web)

Bene, ti abbiamo raccontato quando secondo noi è importante sapere di questa città; permettici ancora un suggerimento: se sceglierai di pernottare in un Riad, al mattino, prima di andar via, sali in terrazza e potrai osservare gruppi di cicogne che voleranno sulla tua testa.

 

Ora tocca a te fare la tua scoperta!

 

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