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Approfondimenti

Sahara marocchino: una giornata nel deserto

Una giornata tra sabbia, colori, persone

SAHARA MAROCCHINO

 

Un giorno nel deserto. Ti raccontiamo come si svolge un tour tra le dune, alla scoperta dei nomadi.

CHI VIVE IN QUESTE ZONE

 

Tra le dune del Sahara vive la popolazione a prevalenza berbera (Imazighen): qui hanno costruito tutta la loro quotidianità, fatta di sole, sabbia, oasi; qui il contatto continuo con la natura è un concetto familiare molto radicato.

Durante un tour nel deserto del Sahara, entri in contatto con la vita quotidiana di questa zona.

Un’esperienza dedicata a chi ha tempo e curiosità per la scoperta.

TUTTO NASCE DA …

 

Nelle ore precedenti il tour, con ogni probabilità trascorrerai la notte in accampamento, accompagnato probabilmente da un cielo stellatissimo, la Via Lattea ti emozionerà oltre misura e con il naso all’insù ti addormenterai in un sonno profondo e con il cuore leggero …

Prima dell’alba cercherai una duna che reputerai il miglior punto di osservazione e infreddolito dallo sbalzo termico, attenderai la nascita di un nuovo giorno, con i raggi del sole che giocano insieme alle dune.

L’accampamento si sveglierà: prima i dromedari – che hanno voglia di tornare “a casa” – poi i cammellieri che dormono accanto ai loro animali (si, quei mucchietti di coperte stese per terra sono loro, immersi nei loro sogni); anche il tuo autista si preparerà per portare la jeep fuori dalle dune e tu con i dromedari farai rientro verso il villaggio.

INIZIO DELL’ESPERIENZA NEL SAHARA

 

Ecco, è proprio da qui che partiamo: dal momento in cui la traversata a dorso di dromedario è terminata.

E’ ora di iniziare il nostro viaggio nel viaggio.

La Jeep pronta a correre su “strade” non strade, su piste prive di indicazioni, sconosciute anche ai GPS.

I BAMBINI E I FENNEC

 

Di norma il primo incontro che si fa lungo la strada sono i bimbi con i loro fennec (le volpi del deserto): li allevano dentro casa come fossero gatti; sono bellissimi, tenerissimi, ma occhio perché mordono … ihihihihih … sono pur sempre volpi 🙂

IL VILLAGGIO DI KHAMLIA

 

Si riparte lungo le piste e si fa tappa nel villaggio di Khamlia, dove vive un gruppo di nascita marocchina ma di etnia del Mali.

Vennero “importati” come schiavi ma sono riusciti a tenere vive le loro tradizioni; la loro fonte di sostentamento? La Musica, la musica “gnawa” che suonano ogni giorno per i tanti viaggiatori che fanno loro visita e che, accompagnati da una delle tante tazze di te della giornata, restano ad ascoltare i loro canti e ben presto tutti saranno invitati a danzare insieme.

AL CONFINE CON L’ALGERIA

 

Ci si saluta e si entra nel cuore del deserto: parte di esso è formato dalla roccia; qui milioni di anni fa era presente il mare e i segni sono ancora evidenti. Sono presenti le cave dove vengono estratti i molluschi incastrati nella roccia e risalenti all’epoca dei dinosauri … ma senza scavare, anche camminando, non è difficile imbattersi nelle conchiglie.

Sole, tanto sole, luce intensa, l’orizzonte tagliato dal confine con l’Algeria, qualche cespuglio qua e la e pochissimi alberi. Questo è il paesaggio dell’hammada, che le jeep percorrono in corsa per non impantanarsi nell’immancabile sabbia … e si, perché la Grande Duna dell’Erg Chebbi posa sempre il suo sguardo su chi le fa visita.

POPOLAZIONE NOMADE

 

Ed è in questo paesaggio che si incontrano le famiglie nomadi che hanno fatto del deserto, la loro “dimora abituale”: una tenda.

È la loro “casa-mobile”, solida, che offre protezione dal calore e dal freddo della notte.

Il tessuto è ricavato dai peli di capra o di cammello. L’interno normalmente è diviso in due parti: la cucina da un lato, riservata alle donne, dall’altra, la parte riservata agli uomini e agli ospiti.

In questo ambiente, le famiglie nomadi ospitano i viaggiatori: a te l’opportunità di comprendere come scorre una giornata tipo.

I più fortunati hanno costruzioni di argilla, dove possono conservare il cibo e l’acqua (all’interno di “borracce” ricavate dalle pelli di animale), sistemare i loro giacigli e, a parte, custodire gli animali.

Non mancano mai i bambini: sono tanti e ciascuno di loro diventa la nostra Mascotte.

Ogni volta che passiamo a trovarli, portiamo loro del cibo, qualche dolcetto ed è un invito che estendiamo ai nostri ospiti anche se loro non chiedono mai nulla.

Il “cucciolo” più conosciuto? Hassan! Vive con la sua mamma (mamma Addi) nel mezzo del deserto, il suo papà e andato via insieme ad altri figli e noi tutti lo abbiamo “adottato” per alleviare un pochino questa mancanza …

E poi Mouna, la Principessa del Deserto!

Questo è sicuramente il momento più emozionante della giornata: per loro, perché entrano in contatto con nuove persone, per noi, perché apparteniamo alla stessa etnia ma conduciamo una vita più comoda e tornare ci ricorda chi siamo, per i nostri ospiti perché vivono un momento vero ed emozionante.

Il te è d’obbligo (per chi lo desidera naturalmente), qualche volta si mangia un pezzo di pizza insieme, tutto ciò che hanno da offrire lo mettono a disposizione di chi si reca in visita, come vuole il nostro costume.

Di norma le famiglie consentono di scattare le fotografie, ma è sempre buona regola chiedere prima il permesso.

Bene, qui abbiamo chiacchierato per qualche minuto, ma nel deserto saranno già passate diverse ore, la fame si sarà fatta sentire e quindi il cibo verrà consumato lungo il tragitto che riserva paesaggi uno più bello dell’altro, intervallati da villaggi abbandonati o semi-abbandonati. Tanto da scoprire!

Dopo circa 4 ore si farà rientro: la mente ha tante emozioni da elaborare e farlo rilassandosi in un hotel fronte dune è un’esperienza da vivere in prima persona.

A questo punto il nostro invito è a conoscere la nostra meravigliosa terra!

Si, possiamo dire “nostra” perché qui noi siamo nati, cresciuti e continueremo a vivere, nel nostro meraviglioso deserto.

Ti aspettiamo! Contattaci senza impegno, non vediamo l’ora di rispondere alle tue curiosità 🙂

Vai a questo link se vuoi conoscere i nostri itinerari dei Tour al Deserto. I preventivi sono personalizzati.

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